Il sistema politico italiano by Carlo Guarnieri

Il sistema politico italiano by Carlo Guarnieri

autore:Carlo, Guarnieri [Guarnieri, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Farsi un'idea
ISBN: 9788815329325
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-10-14T22:00:00+00:00


Le elezioni del maggioritario

L’impatto del nuovo sistema elettorale è notevole anche perché in questi anni, come abbiamo visto, il sistema partitico italiano si trova in una situazione di grave crisi. Le elezioni amministrative che si tengono dall’autunno del 1992 in poi segnalano un fortissimo aumento della volatilità elettorale e un vistoso calo delle preferenze per il pentapartito. Lo stesso referendum elettorale dell’aprile del 1993 mette in luce la debolezza dei partiti di governo. Le elezioni amministrative dell’autunno del 1993 sanciscono la situazione di sfaldamento del pentapartito e, in generale, il forte indebolimento di tutto il tradizionale sistema partitico.

Le elezioni politiche del marzo 1994 segnano una svolta profonda nella politica italiana. Si sperimenta, infatti, il nuovo sistema elettorale, basato in buona parte su collegi uninominali, un cambiamento radicale rispetto al passato. Questo fatto, insieme alla crisi che ha colpito soprattutto i partiti di governo, porta a una profonda ristrutturazione dell’offerta partitica, cioè delle modalità con cui i partiti si presentano agli elettori. A sinistra, in vista dell’appuntamento elettorale, il Pds riesce a costruire un’alleanza molto ampia – i Progressisti – che include, tra l’altro, Rc, i Verdi e alcuni piccoli gruppi provenienti dalla diaspora del pentapartito. Al centro, quello che resta del partito cattolico – che nel frattempo ha riassunto la denominazione tradizionale di Ppi – si allea con il raggruppamento di forze centriste guidato da Mario Segni – peraltro anche lui proveniente dalla vecchia Dc – e forma il Patto per l’Italia.

La novità maggiore – destinata ad avere un impatto cruciale sull’evoluzione successiva del sistema politico italiano – sta però a destra. A partire dalla fine del gennaio 1994, Silvio Berlusconi dà vita in poche settimane ad un nuovo partito. Forza Italia pesca in parte tra i politici del vecchio pentapartito, in particolare quelli di seconda fila, ma sfrutta soprattutto la struttura aziendale di Berlusconi, quella del gruppo Fininvest, specie di quei settori – la comunicazione o la distribuzione di fondi d’investimento – dove erano maggiormente presenti risorse facilmente trasferibili nell’arena politica. In questo modo viene rapidamente organizzato un partito – che appare nuovo e in parte lo è – in grado di proporsi come punto di riferimento per i settori dell’elettorato tradizionalmente vicini al vecchio pentapartito e che, in conseguenza della crisi, si sono trovati politicamente orfani. Le novità non finiscono però qui. Sempre in poche settimane Berlusconi riesce a costruire una coalizione che mette insieme, anche se in modo non troppo limpido, un settore moderato della vecchia Dc – il Centro cristiano democratico (Ccd), i cui candidati questa volta vengono inseriti direttamente nelle liste di Fi – il Msi – che nel frattempo ha assunto la denominazione di Msi-An (Alleanza nazionale), iniziando la trasformazione che lo porterà ad abbandonare la sua tradizionale collocazione nostalgica e ad assorbire qualche frangia conservatrice della vecchia Dc – e la Lega Nord. In realtà, l’inserimento della Lega e del Msi-An nella coalizione di centro-destra è frutto di una vera e propria acrobazia, che avrà di lì a poco conseguenze di non poco rilievo.



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